La piattaforma tecnologica è un ambiente di cooperazione e confronto tra stakeholder di diversa natura e dimensione. Vuole essere un incubatore di idee, progettualità e partnership a livello nazionale ed europeo. Per questo è una struttura senza scopo di lucro aperta a tutti gli operatori che condividano questi obiettivi.
I Soci Fondatori di RELOADER sono 28. Consiglio Direttivo
Ciò che li ha animati è la convinzione che, oggi più che mai, è necessario dotarsi di strumenti di ricerca e di innovazione condivisi per individuare, progettare e valutare soluzioni eco-compatibili applicabili ad attività economiche sempre più complesse e rischiose per l’ambiente. E che il modo migliore per trovare percorsi sostenibili passa attraverso una logica di vantaggio collaborativo che, nel rispetto degli interessi particolari di categoria, studia e analizza le esigenze dell’intero sistema, stimolandone la capacità di risposte tecniche e creative.
Obiettivo: progettare, valutare, realizzare soluzioni tecnologicamente innovative al servizio dell’ambiente.
Tra gli obiettivi dell’Associazione figurano infatti la diffusione e lo scambio delle conoscenze in materia, la divulgazione delle «best practice» in uso in Europa e nel mondo, lo sviluppo di una maggiore sensibilità nell’ambiente imprenditoriale, economico ed istituzionale e, in ultima istanza, la formazione di una cultura del recupero nel rispetto dell’ambiente.
RELOADER ha sede in Roma e si avvale del contributo di conoscenza di un Comitato Tecnico Scientifico (CTS) Nazionale e delle significative competenze dei Soci, tra cui importanti aziende del mondo produttivo, dei trasporti e dei servizi, Università, Centri di ricerca e Associazioni di categoria.
Perché una Piattaforma Tecnologica?
“Quando un frigorifero non è un frigorifero?
Quando si trova a Pittsburgh, mentre chi ne ha bisogno si trova a Houston”
James L. Heskett
Poiché il trasporto in Europa sta rapidamente diventando una industria ad alta tecnologia, la ricerca e l’innovazione rivestiranno un ruolo cruciale per i successivi sviluppi.
Occorre sviluppare “catene logistiche sofisticate”, organizzate in reti governate e implementare i servizi necessari a realizzare una “logistica intelligente”: finora si è semplicemente assistito a uno sviluppo spontaneo della logistica gestito dalle grandi imprese di produzione e trasporto, ma la richiesta di mobilità di persone e merci nei prossimi dieci anni avrà un tasso d’incremento del 5-6% annuo, vale a dire che tra otto o dieci anni si avrà un traffico superiore all’attuale del 60-70%, che si muoverà su infrastrutture viarie, ferroviarie e marittime sostanzialmente analoghe alle attuali.
I costi della logistica sono elevati: la fattura logistica italiana vale il 22% della produzione industriale, pari al 15% del P.I.L. (oltre 180 mdi di Euro/anno), con un gap da recuperare, rispetto alla media europea, del 4%.
Perché una Piattaforma Tecnologica per la Reverse Logistics?
“Le città, i distretti industriali e disgraziatamente alcune aree in campagna o al mare, sono miniere a cielo aperto di materia prima secondaria”. Stelio W. Venceslai
La domanda crescente di soluzioni eco-compatibili, come chiave per risolvere problemi di salvaguardia ambientale sempre più cogenti, ha condotto alla formulazione delle Direttive comunitarie 2002/95/CE ROHS e 2002/96/CE RAEE. In linea con esse, in Italia sarà applicata dal luglio prossimo la normativa con la quale vengono posti a carico dei produttori/distributori responsabilità e costi del recupero, trattamento e smaltimento degli apparecchi elettrici ed elettronici da loro prodotti, giunti alla fine del loro periodo di utilità (EOL – End Of Life).
La Reverse Logistics per il ritiro ed il recupero dei RAEE, costituisce un settore ancora giovane, i cui problemi sono stati finora affrontati in un’ottica di emergenza e non di sistema, soprattutto dal punto di vista logistico, ma ha una valenza in termini d’impatto ambientale ed economico molto marcata:
- nel 2001 sono stati dismessi in Italia 6.500.000 grandi elettrodomestici;
- l’ammontare di RAEE raccolti e trattati nel 2013 sarebbe di circa 650.000 tonnellate e di oltre 800.000 nel 2018 (dati ANIE, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche);
- in Italia ci sono oggi oltre 5.000 centri di raccolta non mappati e fuori controllo, i cui standard di raccolta non sono omogenei.
Ma la Reverse è qualcosa di più che razionalizzare l’esistente: è logistica che va progettata ed applicata già in fase di produzione (DfE-Design for Environment, nuovi materiali, nuovi tipi di imballaggio, ecc), per il recupero, lo smaltimento e il riuso delle apparecchiature ricondizionate e dei relativi singoli componenti.
Ora il costo del recupero corrisponde a circa il 15% del valore industriale del prodotto: attraverso un recupero gestito da reti governate di Reverse Logistics si può ottenere un ritorno pari al 20%.