DIGITAL TRANSFORMATION – Cose da sapere per la ripresa d’autunno

intelligenza-artificiale-170214130529-1920x1080Stanno accadendo cose molto importanti nella trasformazione del mondo imprenditoriale. Segnali, tentativi, accordi, fatti che lasciano presagire un’accelerazione dell’innovazione tecnologica (e non solo) che è destinata a ridisegnare i tradizionali confini e i modelli di business di molte aziende. Ecco quello che è accaduto questa estate e che è utile sapere per comprendere ciò che sta accadendo.

Sul fronte del retail cresce il colosso cinese Alibaba e parte negli Usa lo shopping vocale nato dall’alleanza Google-Wallmart, la catena americana di negozi al dettaglio: negli Stati Uniti sarà possibile da fine settembre fare la spesa online semplicemente parlando al telefono, al PC o altri device connessi. Il cuore della partnership fra i due giganti è infatti lo shopping vocale abilitato da Google Assistant, la piattaforma che non solo riconosce il parlato ma applica l’Intelligenza Artificiale per la corretta interpretazione del linguaggio. Saranno centinaia di migliaia di articoli che potranno essere comprati tramiti ordini vocali con Google Assistant. L’offerta si integrerà con Google Express, che consente già di ordinare prodotti di varie marche.

L’automotive è in fermento e sta diventando pioniere di innovazione. Chi, solo qualche anno fa, riteneva che si trattasse di un mercato ormai maturo rischia di restare deluso: nel settore si stanno sperimentando tecnologie, servizi e prodotti disruptive, dall’auto connessa fino alla self driving car. Un’evoluzione progressiva che finisce per incrociare la strada con industrie un tempo ritenute lontanissime. Per esempio il fintech, la tecnologia applicata alla finanza, che sta interagendo con l’automotive soprattutto per quanto riguarda i pagamenti in mobilità. E non solo. Tesla, la casa automobilistica che è stata la prima a mettere in commercio auto dotate di pilota automatico, conta di produrre la sua prima driverless car entro l’anno e informa che che entro la fine dell’anno una delle sue vetture sarà in grado di guidare da sola da Los Angeles a New York senza che il conducente debba toccare il volante.

Le banche cominciano ad adottare servizi connessi al fintech, la tecnologia applicata alla finanza e si va affermando l’Ico, raccolta fondi attraverso un particolare tipo di crowdfunding incentrato sulla moneta digitale. l’Estonia ha annunciato che avrà la sua cripto-moneta e sarebbe perciò la prima nazione ad utilizzare i bitcoin per raccogliere fondi pubblici alternativi ai titoli di stato. I fondi saranno utilizzati per investire in start-up e per sviluppare tecnologia legata al settore pubblico, soprattutto intelligenza artificiale e contratti intelligenti.

Anche il Food delivery si lancia nell’arena del fintech. Just Eat, il gigante inglese della consegna di cibo a domicilio, ha iniziato a concedere prestiti ai ristoranti. Se il consumatore è contento, Just Eat guadagna una commissione. Se il consumatore non è contento, lascia un voto negativo al ristorante. Just Eat guadagna comunque una commissione. Essendo già in possesso di una mole di dati su quelli che utilizzano il suo servizio, il colosso del food delivery sa con certezza quanto valgono e se sono solvibili senza dover ricorrere a vecchi metodi come l’analisi del business plan. Così nascono le “banche senza banca”.

Sul fronte dell’editoria sono varie le innovazioni che trasformeranno l’editoria e il giornalismo: software che capiscono le sfumature di un testo, algoritmi in grado di “riassumere” libri ma anche strumenti semantici che ci aiuteranno a non essere più schiavi della Seo e a concentrarci sui contenuti di qualità.
Facebook e Google cominciano a collaborare più strettamente con le testate giornalistiche. Facebook ha avviato il test della piattaforma che introdurrà nei post un servizio di abbonamento alle varie testate che pubblicano notizie su FB usando la formula Instant articles (il formato che permette la visione immediata della notizia sul cellulare). Google-Alphabet sta sviluppando nuovi strumenti per consentire ai publisher di aumentare gli abbonati. Due iniziative che, se andranno in porto, potrebbero favorire la trasformazione digitale nell’industria editoriale.

Ma intanto i robot cominciano a scrivere notizie. I lettori inglesi leggeranno oltre 30.000 storie al mese scritte da un robot: un software in grado di costruire una notizia e impacchettarla grazie a un bel template, pescando direttamente da un database del governo. Se ne occuperà la Press Association, media provider e agenzia di stampa nazionale inglese e irlandese, grazie a un finanziamento assegnato da Google del valore di 706.000 euro. Sono varie le innovazioni che trasformeranno l’editoria e il giornalismo: software che capiscono le sfumature di un testo, algoritmi in grado di “riassumere” libri ma anche strumenti semantici che ci aiuteranno a non essere più schiavi della Seo e a concentrarci sui contenuti di qualità.

Serviranno sempre di più professionisti/tecnici di Big Data. Servono nuove skill per nuove opportunità lavorative, come è emerso da ricerca diffusa da EY a fine giugno. Attualmente le figure professionali ricercate devono essere all’altezza delle richieste del mercato: in particolare devono essere in grado di estrarre informazioni utili da grandi quantità di dati. Inoltre è indispensabile l’utilizzo delle nuove tecnologie anche nelle procedure di assunzione dei dipendenti. I più ricercati saranno i giovani che coniugano doti statistico-matematiche, informatiche, e capacità di visione imprenditoriale.

Infine si parla di Cross Industry Convergence: il sistema industriale deve fare i conti con quello digitale e dovrà implementare le connessioni e le integrazioni. Una ricerca diffusa a luglio dal Polimi sottolinea l’importanza per i mesi a venire della cross industry convergence, che consiste nella ridefinizione dei confini tradizionali tra i settori attraverso l’integrazione di prodotti/servizi, asset/tecnologie e dati. Oggi rappresenta una delle più importanti opportunità di crescita per le organizzazioni, che possono così ridefinire i confini del proprio mercato passando da una logica centrata sul prodotto/servizio ad un modello experience & customer centric.

Source: economyup.it