Nel 2015 le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera hanno superato una media globale di 400 parti per milione a fronte delle 278 ppm registrate nell’era pre-industriale. L’allarme arriva dalla World Meteorological Organization, che nel bollettino annuale sui gas serra mette in guardia sull’inizio di una nuova era climatica.
Stando alle proiezioni della stazione di monitoraggio di Mauna Loa alle Hawaii, le concentrazioni di CO2 anche nel 2016 si manterranno sopra le 400 parti per milione e sono destinate a rimanere sopra questa soglia ancora a lungo.
Gli scienziati spiegano che i livelli di CO2 già in altre occasioni avevano raggiunto la soglia delle 400 parti per milione, ma solo in alcuni mesi dell’anno e in determinate località. Nel 2015 invece per la prima volta le concentrazioni di CO2 si sono mantenute per tutto l’anno su valori medi globali superiori alla soglia critica.
Il picco di CO2 secondo gli esperti è stato aggravato dal fenomeno meteorologico noto come El Niño, iniziato nel 2015 e destinato ad avere un forte impatto sul clima per tutto il 2016.
El Niño ha causato numerosi incendi e periodi di siccità estrema nelle regioni tropicali, incrementando le emissioni e riducendo la capacità di immagazzinamento della CO2 delle foreste, della vegetazione e degli oceani. Questi grandi serbatoi naturali assorbono circa la metà delle emissioni di CO2, ma ora rischiano di divenire saturi. Di conseguenza la fetta di CO2 che permarrà nell’atmosfera è destinata ad aumentare.
Dal 1990 al 2015 gli scienziati hanno registrato un incremento della forza radiante del 33%. Il riscaldamento globale ha accelerato a causa dei gas serra più persistenti: dalla CO2 al metano al protossido di azoto. Questi potenti gas serra sono prodotti dalle attività industriali, agricole e civili.
Il segretario generale della WMO Petteri Taalas avverte che il cambiamento climatico a differenza di El Niño non scomparirà, a dispetto dell’ottimismo suscitato dall’Accordo di Parigi. Ciononostante Taalas ha riconosciuto gli sforzi della comunità internazionale, complimentandosi anche per il recente accordo siglato a Kigali per proseguire il percorso intrapreso con il protocollo di Montreal e mettere al bando i clorofluorocarburi.
Taalas ha chiesto ai leader globali di fare di più per ridurre le emissioni di CO2 e di far entrare in vigore prima del previsto l’Accordo di Parigi:
“La CO2 rimane nell’atmosfera per migliaia di anni e negli oceani ancora più a lungo. Senza un taglio drastico delle emissioni di anidride carbonica non potremo frenare i cambiamenti climatici, né contenere l’incremento delle temperature al di sotto dei 2°C rispetto ai valori pre-industriali”.
La WMO farà la sua parte fornendo ai Governi un sistema informativo integrato sui gas serra globali, che consentirà di programmare interventi più efficaci per ridurre l’inquinamento atmosferico e di monitorare facilmente i progressi.
L’organizzazione scientifica sta inoltre lavorando a nuovi modelli in grado di ottimizzare la produzione di energia da fonti rinnovabili sfruttando previsioni meteo più accurate.
Source: greenstyle.it