Dopo cinque tappe in giro per l’Italia, il modulo abitativo itinerante arriva al Politecnico di Torino: è un progetto di edificio ecosostenibile che mette in primo piano il benessere di chi ci abita
Consumi ridotti, bassa dispersione energetica, ridotto impatto ambientale. Ma quando si parla di efficientamento energetico e di edifici sostenibili, “spesso ci si dimentica di prendere in considerazione il benessere degli occupanti”, come sottolinea Mirko Taglietti, CEO Aktivhaus e supervisore del progetto Biosphera 2.0. “Da qualche tempo le cose però stanno cambiando: lo scorso febbraio negli Stati Uniti si è cominciato a sviluppare un primo standard sul tema; nel mese di marzo è partito Biosphera 2.0 e uno dei compiti del gruppo di lavoro è quello di sviluppare linee guida per inserire il parametro del benessere, nella valutazione dell’efficienza di un edificio».
IL MODULO ABITATIVO ITINERANTE
Dopo Courmayeur, Aosta, Milano, Riccione e Cuneo, il modulo itinerante Biosphera 2.0 è arrivato a Torino, al Politecnico, dove si fermerà fino al primo dicembre, per chiudere il suo viaggio a Lugano, all’inizio del nuovo anno. Si tratta di un modulo abitativo di 25 metri quadrati, pensato per ospitare due persone, costruito secondo i principi della casa passiva: illuminazione a led, cucina a induzione, centrale tecnica, parete ventilata, isolamento termico garantito da uno strato di lana di roccia (coibentante e antincendio), filtri per l’aria e ottimo isolamento acustico. Realizzata utilizzando tecnologie e materiali di ultima generazione, Biosphera 2.0 è costruita mettendo al centro l’uomo e i suoi parametri vitali, come sottolinea l’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci, che ne arreda la parete esterna.
Grazie all’elevata efficienza del modulo abitativo, l’aria viene immessa a una temperature di 18 gradi e sfruttando il calore prodotto dagli occupanti, è garantita una temperatura interna non inferiore ai 20 gradi, anche con temperature esterne molto rigide (in Val d’Aosta si sono toccati i – 20°). Gli isolanti fanno il proprio dovere anche col caldo: quando a Riccione il termometro esterno segnava 38,5 gradi, all’interno non si è mai andati oltre i 26,2°, dovendo utilizzare un deumidificatore per non più di tre ore al giorno. Deumidificatore alimentato grazie a un impianto fotovoltaico da 2 chilowatt e una batteria in grado di accumulare energia per circa una settimana. Il progetto architettonico del modulo è stato sviluppato dal team WoodLab del Politecnico di Torino, sotto la guida del professor Guido Callegari, mentre gli arredi sono stati realizzati da artigiani del legno e dei tessuti della Val d’Aosta, in un intreccio tra innovazione e tradizione.
IL PROGETTO DI RICERCA
Il progetto di ricerca, avviato su iniziativa di Aktivhaus, insieme al Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, l’Università della Valle d’Aosta – Université de la Vallée d’Aoste, ZEPHIR – Passivhaus Italia, Minergie e PEFC, non si limita però solo a considerare i dati ambientali ed energetici dell’edificio. Attraverso un braccialetto wearable vengono monitorati anche i parametri fisiologici degli abitanti, in situazioni ambientali molto differenti, con lo scopo di definire scientificamente il livello di benessere psicofisico degli utenti all’interno di un ambiente energeticamente efficiente.
In questi primi sette mesi, Biosphera 2.0 ha ospitato diciotto persone, che hanno offerto il loro contributo alla ricerca attraverso la redazione di un diario di bordo volto a documentare le sensazioni e le percezioni provate nel corso dell’esperienza. Inoltre gli abitanti vengono monitorati attraverso l’uso di tecnologie indossabili che rilevano il battito e la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, l’attività elettrodermica, registrando lo stato emotivo e l’eventuale disagio termico degli utenti. I dati raccolti sono visibili in tempo reale in un’apposita sezione del sito. Allo sviluppo della ricerca hanno contribuito otto studenti di architettura e ingegneria, selezionati tra i 100 partecipanti al concorso/workshop indetto per l’occasione: «Si tratta di un’esperienza molto importante – sottolinea il professor Guido Callegari –; permette agli studenti di acquisire competenze che solitamente non si apprendono nei corsi di studio e al contempo li avvicina a possibili sbocchi lavorativi».
In virtù dei risultati ottenuti in questi mesi di sperimentazione, proprio in occasione della sua presentazione torinese, Biosphera 2.0 ha ottenuto la certificazione Minergie-P, conferita per la prima volta a un modulo itinerante.
IL VIAGGIO CONTINUA
Il viaggio continua, con l’ultima tappa di Lugano, in calendario dal primo gennaio al 28 febbraio 2017, e anche la sperimentazione. Chi volesse candidarsi come prossimo abitante di Biosphera 2.0 può consultare le date sul sito o contattare gli organizzatori via mail all’indirizzo info@biosphera2.com.
Source: tech-marketplace.com